Conoscete la Storia di Via Roma a Torino?

Se ci spostiamo di poche centinaia di metri dal nostro locale, possiamo rapidamente arrivare a via Roma, spina centrale della struttura stradale del centro di Torino.

La via, che collega la Stazione Ferroviaria di Porta Nuova alle Piazze San Carlo e Castello, ha subito una importante mutazione nella sua storia.

La Via Nuova o Contrada Nuova come venne battezzata alla sua apertura, sul finire del XVI secolo, venne realizzata dall’architetto umbro Ascanio Vittozzi, per volontà del duca Carlo Emanuele I di Savoia: misurava a quel tempo circa dieci metri di larghezza.

Fino ai primi decenni del XIX secolo, la strada terminava all’incrocio dell’attuale via Antonio Gramsci: fu Carlo Felice di Savoia a ordinarne l’espansione negli ultimi due isolati attuali, con un decreto che la prolungava sino a Piazza Carlo Felice.

La via, dedicata a Roma il 29 marzo 1871, agli inizi del Novecento era ancora un classico viale Barocco, piuttosto caotico e trafficato.

Venne per questa ragione ideato un progetto di ristrutturazione. Il progetto si rivelò ambizioso fin dal principio e di realizzazione piuttosto complessa.

Prevedeva una radicale ristrutturazione non della sola via, ma di gran parte del quartiere centrale circostante. Vennero presentate numerose proposte, molte delle quali considerate troppo “futuristiche”, e si optò per una soluzione che ben si accordasse con la struttura esistente.

La prima fase dell’intervento risale al 1931 e riguarda la sezione che collega piazza San Carlo a piazza Castello. La via venne modificata, con la costruzione di edifici in stile eclettico con portici, pavimentati da marmi policromi di esclusiva provenienza italiana. Questa prima tratta venne aperta al pubblico il 28 ottobre del 1933.

Insolita, ma di grande effetto, fu la scelta di pavimentare il fondo stradale di questo primo tratto con una sorta di pavé di cubetti in legno, per conferire ulteriore pregio alla via. Nel dopoguerra, a seguito dei danni causati dai bombardamenti del 1944, la pavimentazione venne rimossa e sostituita da un’uniforme lastricatura in pietra.

La realizzazione della seconda sezione che collega piazza San Carlo a piazza Carlo Felice (e quindi alla Stazione di Porta Nuova) venne coordinata dell’architetto Marcello Piacentini ed è caratterizzata dai dettami dell’architettura razionalista. Numerosi furono gli edifici preesistenti abbattuti per la realizzazione del progetto nell’area del quadrilatero composto da via XX Settembre, via Lagrange, via Giolitti e via Andrea Doria. Qui vennero realizzati nuovi isolati ad impianto reticolare, con austeri edifici in chiaro stile razionalista, come l’imponente Albergo Principi di Piemonte e l’ex Hotel Nazionale nell’attuale Piazza CLN.

Fu prevista anche una galleria sotterranea che avrebbe dovuto ospitare una prima linea di metropolitana, che però non fu mai realizzata. Gli spazi sotterranei furono utilizzati per vari scopi fino a quando il Comune decise di adibirli a parcheggio.

Con la seconda sezione di Via Roma fu completato e connesso l’articolato percorso di portici della città.

Un vero record per Torino: con 18 chilometri di portici, di cui 12,5 km continui e connessi, la città sabauda conquista il primato di possedere la più ampia zona pedonale d’Europa. Lastricati in con stili diversi, dalla pietra grigia di via Po al marmo di via Roma, i portici torinesi sono un caso urbanistico, architettonico, estetico e socio-economico unico.

MA

 

 

 

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