La Finanziera: un volo tra sapori e tradizione

La domanda sorge spontanea: cosa sapete della “finanziera”?

La finanziera è un piatto tipico piemontese nato durante il medioevo (secondo piatto); la prima ricetta conosciuta risale al 1450 ed è stata proposta dal Maestro Martino. È un piatto tipico del Sud del Piemonte (Langhe, Roero, Monferrato) e ha subìto in seguito diversi rimaneggiamenti. Rimane comunque un piatto povero nato dal riutilizzo delle frattaglie (parti scartate durante la trasformazione dei galletti in capponi e di alcuni scarti di macellazione dei bovini). Una ricetta successiva della finanziera ha per titolo “salsa e ragout à la Financière” ed è attribuita a Giovanni Vialardi (datata 1800).

Secondo Sandro Doglio (Gran Dizionario della Gastronomia del Piemonte), la prima ricetta dal nome “Finanziera” di cui vi è traccia risalirebbe addirittura alla fine del Cinquecento, quando fu introdotta alla corte di Carlo Emanuele I. Da allora piatti con questo nome sono apparsi e riapparsi in versioni più o meno popolari o ”ricche”. Altri autori fanno risalire il termine alla giacca che sia i nobili dignitari sia gli uomini d’affari indossavano nell’Ottocento, la ”finanziera” appunto. Altrettanto accreditata è l’ipotesi che i contadini che si recavano a Torino per vendere i loro polli lasciassero le rigaglie dei polli come tributo ai “finanzieri” delle porte della città. Ma la tesi senza dubbio più attendibile è quella che Domenico Musci riprende da Brillat-Savarin nella sua “Phisiologie du goût”: le preparazioni “à la financiére” sono i piatti prediletti dagli uomini di finanza (banchieri) per dimostrare il loro buon gusto e benessere.

Nella cucina francese dell’800 la finanziera è utilizzata come contorno o guarnizione, mentre nel Piemonte dell’800 è un piatto diffuso, raffinato, inserito nei pranzi eleganti e di grandi occasioni, come le nozze, le celebrazioni ufficiali e i pranzi di gala.

Oggi è una vera prelibatezza: può essere presentata in tavola da sola come portata, oppure, riducendo proporzionalmente le dosi, come accompagnamento di un risotto bianco o uno sformato di verdure.

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