La Boheme, 125 anni dopo, al Teatro Regio

“Che gelida manina, se la lasci riscaldar…
Cercar che giova? Al buio non si trova.
Ma per fortuna, è una notte di luna,
E qui la luna… l’abbiamo vicina.”
La riconoscete? E’ una delle arie più famose della musica lirica, della mitica Boheme di Giacomo Puccini.
125 anni fa, il 1 febbraio del 1896, la prima assoluta al Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini: un successo solo parziale.
La bohème è un’opera in quattro “quadri” di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al romanzo di Henri Murger Scene della vita di Bohème e rappresentata per la prima volta nel 1896.
Il pubblico in realtà fu subito colpito dall’opera e le cronache raccontano di applausi e lacrime, ma la critica, divisa tra chi afferma che Bohème non lascerà traccia alcuna e chi, invece, sostiene di aver assistito ad un capolavoro che non avrà né spazio né tempo, non fu immediatamente calda e appunto unanime.
Dopo la rappresentazione torinese l’opera venne leggermente ritoccata da Puccini: una seconda versione, considerata oggi quella definitiva e usualmente eseguita, venne messa in scena per la prima volta al Teatro Grande di Brescia.
Il primo febbraio 2021, esattamente 125 dopo la sua prima assoluta, l’1 febbraio 1896, va in scena, nello stesso teatro, il Regio di Torino, ‘La bohème’ di Giacomo Puccini, in un nuovo allestimento che riprende fedelmente i bozzetti e le scene originali di Adolf Hohenstein.
L’opera, realizzata con il sostegno di Italgas, sarà visibile in streaming sul sito del Teatro Regio fino all’8 febbraio.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio Daniel Oren, che già aveva diretto nel 1996 l’edizione del ‘centenario’.

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