Un formaggio nobile, dai monaci e Leonardo fino ai giorni nostri.
Leonardo da Vinci fu cerimoniere di un nobile matrimonio tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, nipote di Ludovico il Moro, dove in tavola venne portato come unico formaggio, una delizia prodotta nella provincia di Alessandria a Montebore, frazione del paese di Dernice, in Val Curone. Questo formaggio è il Montébore.
La storia di questo formaggio rarissimo è molto più antica e la si fa risalire dell’arte casearia dei monaci dell’abbazia benedettina di Santa Maria di Vendersi, sul Giarolo, il monte attorno al quale si sviluppano le tre Valli Grue, Curone e Borbera, già fra il IX e l’XI secolo.
Ha la caratteristica forma a tronchi di cono dai diametri rastremati verso l’alto e sovrapposti concentricamente, detta “a castellino” e simile ad una torta nuziale.
Esportato per secoli in Liguria e Lombardia, questo formaggio ha conosciuto un periodo di abbandono fino a pochi anni addietro, quando è stato riscoperto grazie anche all’interessamento di Slow Food.
Formaggio a latte crudo dalla forma unica, composto al 75 % di latte vaccino di razza tortonese e al 25 % di latte ovino di razze miste. Il sapore antico del Montebore può essere gustato fresco, semi-stagionato (15 giorni) o da grattugia.
A oggi l’unico caseificio che lo produce, e che ne è presidio Slow Food, è l’agriturismo di Vallenostra.
A Tavola Il Montébore è perfetto come eccellenza da tutto pasto: fresco o morbido gode della compagnia dal locale miele di castagno e della melata, delle marmellate di arancia, della “cugnà“, la tipica marmellata piemontese a base di mosto d’uva , cui dona la piacevolezza del proprio gusto fine, delicato ma arguto, ama le noci, i fichi, le ciliegie in agrodolce, l’uva rosata, scoprendosi così una vocazione a tutte le stagioni della natura, ma anche con con pere caramellate piccanti di zenzero o peperoncino, abbinamenti arditi, ma di sicuro successo.
Troverete il Montebore nella nostra selezione di formaggi.