Da venerdì 2 ottobre e sino al 31 gennaio, esposte alla GAM di Torino oltre quaranta capolavori di uno dei maestri dell’arte ottocentesca: Claude Monet.
Il Musée d’Orsay, che conserva la più importante collezione di opere di Claude Monet, ha concesso oltre quaranta capolavori, per dare vita a una speciale rassegna che documenta l’attività del maestro, testimoniando alcuni dei momenti più significativi del suo lungo e complesso percorso artistico.
A rendere la mostra di eccezionale interesse è la concessione di prestiti di diverse opere mai prima presentate in Italia: ad esempio Le déjeuner sur l’herbe, autentica testimonianza della pittura en plein air e come passaggio cruciale per giungere all’Impressionismo.
Curiosissima la storia di questa opera.
Il frammento del quadro, insieme a un altro a sua volta al museo d’Orsay, sono quello che resta della enorme tela Déjeuner su l’Herbe di Monet. L’opera misurava più di quattro metri per sei ed era un omaggio-sfida verso Manet il cui quadro, dallo stesso titolo – molto più famoso- era stato criticato con sarcasmo dal pubblico al Salon des Refusés nel 1863. Il progetto fu poi abbandonato nel 1866, poco prima dell’inaugurazione del Salon per il quale l’opera era destinata.
Raccontava lo stesso Monet:
“Dovevo l’affitto al proprietario di casa e, non potendo fare altrimenti, gli ho dato in pegno la tela che costui ha tenuto avvolta in cantina. Quando finalmente sono riuscito a procurarmi la somma necessaria per riprenderla indietro, capirete bene che la tela aveva avuto tutto il tempo necessario per ammuffire”.
Monet la recuperò e ne conservò solo tre frammenti: Il terzo è scomparso.
Tra le opere “assolutamente da non perdere” c’è il trittico composto dal banchiere Ernest May, precoce collezionista degli impressionisti e generoso sostenitore delle collezioni pubbliche francesi.
May volle porre al centro della composizione il dipinto di Camille Pissarro, Entrée du village de Voisins, affiancandolo a sinistra da L’île Saint-Denis di Alfred Sisley e a destra da Bateaux de plaisance di Claude Monet, tre opere eseguite tutte nel 1872, una consacrazione degli artisti che egli considerava i padri del movimento.