In questo periodo è inutile nascondere l’evidenza: Il tartufo è il duca (bianco) della tavola piemontese d’autunno.
Conosciuto da greci e romani, esaltato da Plinio, il Tartufo Bianco d’Alba fu fatale a Lionello, duce di Clarence, figlio terzogenito di Edoardo III d’Inghilterra, marito di Violante Visconti che, venuto ad Alba il 7 ottobre 1368 per visitare i possedimenti della moglie, non resse ai tartufi ed al vino.
E qualche tempo fa vi avevamo raccontato di come anche Carlo V fosse attratto da questo strano quanto sofisticato prodotto della terra.
Gli scritti dell’epoca raccontano che:
“fermatosi ad Alba nel 1537, in una cena pantagruelica fu servita “fonduta con tartufi d’Alba”.
Ma cosa succede al viandante che si ferma invece al Ristorante Solferino?
Succede che viene immerso in un mondo di gusti e suggestioni che lo aiutano ad ascoltare il “richiamo della tavola piemontese”.
Vi raccontiamo alcune di queste suggestioni, in un percorso che partendo dal Tartufo, non disdegna le fragranze del sottobosco.
Partiamo da una specialità di Solferino, che nei Menu autunnali ritorna ogni anno, servito come un gran classico.
L’uovo croccante con crema di Robiola e Tartufo Bianco d’Alba.
Uno scrigno di sapori che diventa letto per le fragranze del tartufo e il rotondo accompagnamento della Robiola, dopo essersi pian piano svelato…
Un’altra suggestione? Direttamente dalla tradizione contadina, la fusione di sapori legati alla più antica zuppa e l’accogliente armonia regalata da una Cocotte di pane. A voi, la “Zuppa di porcini in cocotte di pane”
Cos’altro possiamo scrivere? Venite a trovarci!!!